Claudia Conte celebra l’eredità di Aldo Moro in Senato con Piantedosi, Mastella, Fioroni, Mollicone.



Pomeriggio di riflessione ieri in Senato con l’iniziativa “L’eredità di Aldo Moro” all’indomani della Giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo e del 45 anniversario dal ritrovamento del corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana.

Tra gli illustri relatori della tavola rotonda, moderata dalla stessa organizzatrice Claudia Conte, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Giuseppe Fioroni (ex presidente della Commissione d’inchiesta sul rapimento e la morte di Moro), il senatore Federico Mollicone (presidente Commissione cultura della Camera dei deputati latore della proposta di una nuova commissione d’inchiesta sul caso Moro), il sindaco di Benevento Clemente Mastella, il Direttore di Rai Quirinale Andrea Covotta ed il Senatore Manfredi Potenti.

Il rapimento e la strage di via Fani, i drammatici giorni che seguirono, la tragica conclusione. La cronaca di un evento doloroso, segnato dalla barbarie e dalla violenza del terrorismo delle Brigate Rosse, ha spezzato 45 anni fa la vita di Aldo Moro, politico e statista, lucido pensatore e precursore di processi di modernizzazione e cambiamenti radicali della nostra società.“L’eredità di Aldo Moro – In memoria delle vittime del terrorismo” è il titolo dell’appuntamento che si è svolto l’11 maggio alle ore 17 presso la sala Capitolare di Palazzo della Minerva, organizzato in collaborazione con il centro studi Aldo Moro e parte del ciclo di appuntamenti rivolti al tema della legalità, organizzato e promosso in tutto il territorio nazionale e in collaborazione con le più autorevoli istituzioni dall’attivista per i diritti umani e presentatrice Rai Claudia Conte.

“Moro non ha mai immaginato di fare l’accordo di governo con il Pci”, riteneva piuttosto che affinche’ l’Italia fosse “una democrazia compiuta bisognasse compiere un passo in avanti per la Dc al governo o il Pci al governo in una logica di alternanza”, queste le parole di Clemente Mastella cui ha seguito l’intervento del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi:
“Con la vicenda di Moro la presenza della violenza come elemento di regolazione dei rapporti politici arriva a una punta di massimo orrore. Moro ha avuto l’unico torto di capire prima degli altri che l’evoluzione del nostro Paese dovesse andare verso l’alternanza”.


Un convegno, in diretta sulla webtv del Senato e su Radio Radicale, in memoria del politico e giurista italiano, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, la cui eredità intellettuale rappresenta parte preziosa del patrimonio del nostro Paese. In prima fila gli ambasciatori del Sudan Sayed Altayed Ahmed, del Sud Sudan Dhano Obongo e di Lettonia Solvita Aboltina, l’On. Giuseppe Gargani, Presidente dell’Associazione degli ex Parlamentari, il Rettore della Luiss Andrea Prencipe, il Generale Luciano Carta, il Direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Alessandro Di Majo consigliere di amministrazione della Rai.
«È importante ricordare tutte le vittime degli attentati  con iniziative dedicate a ciò che accadde, alle persone che furono coinvolte, alla difesa della verità e alla rivendicazione di giustizia. Attraverso la cultura e gli interventi di uomini di stato di oggi un omaggio all’illustre statista Aldo Moro che ci ha lasciato una grande eredità dal punto di vista politico culturale e umano. Ricordiamo anche gli uomini della sua scorta. Uomini che hanno dato la vita per difendere i valori dello Stato».

A seguire, lo spettacolo teatrale curato dall’attore e regista Pino Calabrese, dal titolo “L’ombra di Aldo Moro” dedicato al capo scorta Oreste Leonardi morto nella strage di via Fani. Nutrito il parterre di personaggi del mondo della cultura e dell’intrattenimento : presenti Mariano Rigillo con Cicci Rossini, Eleonora Ivone con  Angelo Longoni, il Direttore D’orchestra Gianni Mazza, il conduttore Massimiliano Ossini, Adriana Pannitteri del Tg1, Gian Paolo Montini, direttore generale Peter Pan Onlus, Paolo Rozera, direttore generale Unicef.

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