Francesco Paolantoni torna in scena a Bari con il suo ultimo spettacolo e rilegge William Shakespeare a modo suo. In una commedia della gelosia che diventa farsa, tra risate e divertimento puro, complice una scalcagnata compagnia amatoriale.
Cosa accade quando una compagnia amatoriale si mette in testa di rappresentare un testo impegnato e per nulla semplice? Può succedere di tutto o il suo contrario, specie quando sul palco c’è la brillante comicità di Francesco Paolantoni, che andrà in scena al Teatro Petruzzelli di Bari mercoledì 31 maggio alle 21, con la pièce «O Tello, o…io», in un attesissimo appuntamento organizzato da Aurora Eventi. Biglietti in vendita su ticketone.it e in tutti i punti vendita del circuito TicketOne.
Accanto all’eclettico artista napoletano, in uno spettacolo che porta la sua stessa firma alla regia, un cast di straordinari attori: Stefano Sarcinelli, Arduino Speranza, Raffaele Esposito, Viola Forestiero e Felicia Del Prete. Quella che va in scena è una serata «filo…drammatica», ossia uno spettacolo che con una scrittura ispirata alla commedia dell’arte, dal ritmo veloce, e con il meccanismo del «teatro nel teatro», racconta le disavventure di una compagnia amatoriale. Tutti presenti rigorosamente sempre in scena: nel primo atto, infatti, sono intenti a fare le prove del proprio spettacolo, pronto al debutto l’indomani sera.
Il testo scelto dal regista – sicuro che le compagnie amatoriali, non dovendo subire i tagli alla cultura e allo spettacolo siano l’unica risorsa per portare avanti il teatro – è uno di quelli che farebbero tremare i polsi a chiunque: l’Otello scespiriano. La scelta è figlia della volontà di allontanarsi dal classico repertorio eduardiano delle compagnie amatoriali, ma anche per affrontare il tema della gelosia, sentimento che solitamente tende a rovinare i rapporti tra le persone.
Il primo atto si sviluppa così tra il tentativo di provare lo spettacolo, le deliranti discussioni interpersonali tra i vari attori e le dissertazioni psicologiche sui rapporti. Ma c’è di più: sopraggiunge nella compagnia la disperazione per la notizia che l’attore che avrebbe dovuto interpretare proprio il protagonista non verrà più. L’unica soluzione è che il regista stesso debba interpretare Otello. Peccato però che non ne conosca la parte.
Nel secondo atto, col palcoscenico diviso in due – da una parte lo spettacolo in corso e dall’altro i camerini – si assisterà simultaneamente e contemporaneamente alla impietosa messa in scena di Otello, con un inevitabile e diverso finale (che mai avrebbe immaginato persino Shakespeare). Ma ci saranno anche degli strambi eventi, affrontati dagli attori nei camerini. Il finale? Sarà tra i più imprevedibili che ci si possa aspettare.